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Tavolo Legal Design, Relazione finale

Il Tavolo Legal Design, nel corso della giornata, ha individuato tre sfide e tre azioni che sono riassunte nella seguente relazione.

RELAZIONE FINALE

Il Legal Design è una metodologia multidisciplinare che ha l’obiettivo di comunicare, elaborare o creare norme, diritti, doveri, documenti, procedure, servizi in modalità anche non testuale, usando codici visuali e sensoriali con al centro la persona. Vi sono già molte applicazioni di questa metodologia in vari settori, come per esempio il diritto d’autore (le licenze Creative Commons), i contratti e la tutela dei diritti di protezione dei dati. Qui si intendono anticipare alcuni ambiti che sollevano sfide importanti per gli individui, la società e le imprese nei prossimi anni.

Nel mondo dei metaversi e della realtà aumentata e virtuale è importante pensare a nuovi metodi e linguaggi per esprimere i fondamenti del diritto, applicando tecniche di design con un codice di principi alla base quali inclusività, non-discriminazione, trasparenza, spiegabilità, autonomia di decisione.

Per raggiungere questi obiettivi alcuni canoni devono essere rispettati:

  • Semplificare il linguaggio. Il linguaggio giuridico è uno strumento fondamentale per creare norme e regole, ma è al contempo un ostacolo alla diffusione e comprensione da parte di persone non esperte di diritto. La semplificazione è un passaggio fondamentale che deve non svuotare il senso giuridico del messaggio che si intende trasmettere;
  • Centralità dell’utente. L’utente è al centro dell’analisi della trasformazione attuata dal Legal Design per rendere l’individuo informato e consapevole delle diverse opzioni, per metterlo nelle condizioni di scegliere liberamente, in autonomia o per proteggerlo di default. La progettazione centrata sull’utente passa, quindi, necessariamente anche da un’analisi delle asimmetrie informative e di potere nella società data-driven;
  • Pluralità di metodi. Le tecnologie ci offrono molti strumenti per rendere piacevole l’esperienza di interazione uomo-macchina, ma allo stesso tempo si vuole facilitare l’inclusività e l’accessibilità anche a coloro che hanno diversi canali percettivi;
  • Effettività. Creare un prodotto di Legal Design richiede molto tempo così come la sua validazione mediante parametri oggettivi per misurarne l’efficacia. Occorre bilanciare la produzione artistica con il rigore metodologico, la portabilità e scalabilità affinché si possa replicare l’esperienza in contesti affini;
  • Cultura e etica. Occorre pensare a questi strumenti in modo sistemico e olistico, anche come strumenti culturali. Questo metodo dovrebbe entrare nella normale progettazione dei prodotti giuridici integrandosi con i canoni culturali di ogni sistema normativo. Allo stesso tempo è utile ambire a un processo di standardizzazione di principi così da rendere possibile un’armonizzazione interpretativa dei diversi segni non testuali e testuali, anche a beneficio degli operatori del diritto (e.g., giudici, amministratori).


In questo quadro lanciamo tre sfide:

  1. Legal Design per la privacy nei metaversi: dalla trasparenza alla comprensione e l’effettività. Presso l’Università di Bologna nell’ambito del progetto Jean Monnet LED4XAI si terrà un workshop in Marzo 2023 con questo obiettivo coinvolgendo quanto più possibile imprese, istituzioni, studi legali, tribunali;
  2.  Legal Design, dark pattern e minori per formare buoni cittadini del domani. LegalHacker lancerà un hackathon su questi temi nel Maggio 2023;
  3. Legal Design e diritti dell’interessato – anche nella prospettiva di garantire all’interessato strumenti adeguati a manifestare le proprie scelte in merito all’uso dei propri dati – alla luce dei nuovi regolamenti europei, ispirandosi a metodologie consolidate (quali le licenze Creative Commons). Presso l’IGSG e la UCLouvain (Belgio) si organizzeranno tavole rotonde su questi temi.


Queste sfide necessitano tuttavia di una organizzazione strutturale. Per questo chiediamo la costituzione di una task force permanente di Legal Design all’interno del Garante Privacy italiano.

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