GPDP

Gig Economy

PARTECIPANTI

Rocco Panetta (chair)
Managing Partner Panetta Studio Legale e IAPP Country Leader for Italy

Stefano Da Empoli
Presidente I-Com, Istituto per la Competitività

Alessandro D’Angelo
Co-founder & COO Cosaporto

Luca De Biase
Direttore Media Ecology Research Il Sole 24 Ore

Gabriele De Giorgi
Public Policy Manager Italy, Greece and Malta Uber 

Mila Fiordalisi
Direttrice CorCom e Spaceconomy360

Andrea Goggi
Founder & CEO Jobby

Gian luca Petrillo
Head of Public Affairs and Communications Deliveroo
Spokesman of AssoDelivery

Andrea Puccio
FOUNDING PARTNER PUCCIO PENALISTI ASSOCIATI

Garante
Lia Giannotta
funzionario Dipartimento realtà economiche e produttive

Le 3 sfide e le 3 azioni identificate dal Tavolo.

RELAZIONE FINALE

Le tre sfide del tavolo Gig Economy

1. È emersa l’esigenza di meglio comunicare la consistenza ed il perimetro di questo mercato che negli ultimi 7-8 anni si sta con forza affermando. A partire dalle definizioni: non solo, non più GIG economy, ma anche Platform economy e Piattaforme di lavoro fluido, con un elevato numero di sottomercati e un’elevata eterogeneità dei modelli di business.

2. Sfatare alcuni miti e leggende frutto anche di una crescita prorompente e di una percezione a tratti distorta del settore, a partire dalla consapevolezza che se non funziona l’algoritmo e produce inefficienze ed illiceità è perché a monte è l’azienda che non funziona.

3. Pertanto, tutti abbiamo convenuto sulla utilità di avviare i lavori per un Codice di Condotta, ai sensi del GDPR, ma che abbia anche una forte componente etica e di attenzione all’individuo, inteso sia come utente sia come lavoratore addetto al mercato, diffondendo la consapevolezza del valore dello spazio privato.
Dovrebbe trattarsi di un codice di condotta, programmaticamente in versione beta perenne, con una discussione multistakeholder, unificata da obiettivi e incentivi condivisi. Attraverso di esso occorrerebbe anche provare a bilanciare l’accesso all’informazione per esigenze di efficienza di mercato, per qualità ed efficienza del servizio, per garanzia di diritti fondamentali, per giustizia sociale. Occorrerebbe poi valorizzare i dati per tutti gli stakeholders attraverso innovazione sui seguenti temi: trasparenza, anonimizzazione, condivisione e diritto all’analisi scientifica. Sarebbe anche utile pensare ad una struttura incentivante: consorzio intermediario dei dati (previsto da Data Governance Act e Data Act) al quale partecipano gli stakeholder,al fine di creare un bene comune da gestire con una regola multistakeholder scritta nel Codice di condotta, senza dimenticare, il riuso dei dati opportunamente anonimizzati e aggregati come potente strumento conoscitivo alla base delle scelte delle amministrazioni locali.